Una, tra le prime esigenze, che sentirono necessaria i nostri vecchi, fu quella di dare un nome a ciascuna delle loro vigne, sparse tra le colline, per poterle distinguere. I toponimi in Piemonte hanno origine proprio dalla necessità dei contadini di organizzare il lavoro del loro territorio. Prima di avviarsi alla vigna da lavorare, i nostri uomini avvisavano le donne di casa qual’era la vigna prescelta, ricordando a loro il rispettivo nome:
“Marietta! Oggi siamo nella nella Riva” Questo era, più o meno, quanto diceva il capo famiglia alla regiura. Il motivo importante di quell’avviso stava nel fatto che in quella vigna ci lavoravano dall’alba sino al tramonto, e le donne di casa che avevano il compito di portare la cesta delle vivande, potevano sapere in questo modo dove andare.
L’esigenza di avere un piccolo ricovero in ogni vigna, non solo per fermarsi a mangiare, ma anche e soprattutto per custodire gli attrezzi di campagna, che erano difficoltosi da riportare in cascina e che non si potevano continuamente spostare da una vigna all’altra diede origine alla realizzazione di tante piccole casette: i Ciabòt.