Vecchia Cascina

La famiglia di Alfiero Boffa ha le sue radici nel comune di Moasca, piccolo centro agricolo situato nella provincia di Asti, in Piemonte.

Su queste colline la famiglia Boffa vive e coltiva le vigne sin dal 1800.

 

 

 

 

Carceri del Castello di Moasca

Castello di Moasca

Negli archivi comunali esistono reperti che raccontano del trisavolo Ottavio Boffa.

Nella sua cascina del Burio nel comune di Moasca diede ospitalità ad alcuni soldati spagnoli.

I luogotenenti di Napoleone lo scoprirono ed Ottavio fu imprigionato nelle carceri del Castello di Moasca.

Il Monferrato era in quei tempi teatro di guerra tra i francesi e gli austriaci a cui gli spagnoli erano alleati.

 

 

 

Giuseppe Boffa

Il nonno Giuseppe nasce nel 1883.

La sua vita si scontrò con il drammatico problema della fillossera, che , come successe nel resto d’Europa, distrusse tutti i suoi vigneti.

Nel decennio che va dal 1920 al 1930 esegue i reimpianti dei vigneti a monocoltura di Barbera.

Fu un immenso lavoro che si compì in quegli anni.

Alla vecchia vite europea bisognava sostituire una nuova pianta costruita con piede americano sul quale veniva innestato il clone originale autoctono.

 

Barbatella

 

 

Schema di vecchio impianto

Giuseppe decise di impiantare le viti Barbera classificate con i nomi Berlandieri e Rupestris, due varietà che ben si adattavano alla tipologia del suo terreno vocate a produrre vino di alta qualità.

 

 

 

 

La diraspatura a mano

La torchiatura

Nelle case di campagna in quegli anni non arrivava la corrente elettrica e tutte le operazioni di cantina erano eseguite con la forza delle braccia.

I sacrifici che quella generazione di vignaioli fece in quei tempi, costituiscono oggi le basi dei più grandi vini rossi di cui tutto il Piemonte può vantarsi.

 

 

 

 

 

Nello Boffa

 

Damigiana da litri 56

Il padre Nello nasce nel 1910 ed è partecipe di questa pagina di storia che mette a dura prova tutto il mondo viticolo per mezzo secolo.

Nel dopoguerra, a partire dal 1950, riprendono gradualmente le attività commerciali.

La Barbera prodotta veniva venduta sfusa alle vecchie osterie di Milano, Torino e Genova. Queste tre città sono all’incirca equidistanti.

Il trasporto si faceva in damigiane da 56 litri oppure in fusti piemontesi da 700 litri caricati sui carri trainati dai cavalli.

 

 

 

 

Carrettiere con il suo cavallo

Cestaio che fa i cestoni per raccogliere l’uva

 

La carovana partiva alla sera e raggiungeva la città il mattino seguente, dopo 10-12 ore di viaggio.

Negli anni Sessanta le vendite crescono e Nello aggiunge di pari passo altre nuove vigne, acquistate oppure affittate.

La sua regola era di produrre la sua Barbera esclusivamente con uve provenienti dai propri vigneti.

“Il vino buono nasce nella vigna.”

 

 

 

 

Pausa del vendemmiatore

Nello Boffa in camicia bianca, con i suoi collaboratori davanti ad una Bottiglieria di Milano (1960)

Nello non vende più vino sfuso , ma comincia a selezionare e ad imbottigliare per una nuova clientela che si affaccia sul mercato, costituita da ristoranti e “bottiglierie”, negozi dove si può bere, comprare e portarsi casa il vino confezionato, antesignani delle attuali enoteche.

 

 

 

 

 

 

 

Le vecchie bottiglie

Le prime bottiglie regolarmente riempite e confezionate a mano risalgono alla Vendemmia 1959.

Alfiero Boffa

Sono poi arrivati gli anni del “ boom economico “, che hanno visto un frenetico sviluppo del settore enologico.

Ma Nello non è mai stato contagiato da quella mania industriale.

La sua saggia scelta è stata quella di restare un piccolo produttore, che perfeziona e fa crescere la qualità della propria barbera.

Nel 1946 nasce Alfiero Boffa che è tuttora l’attuale conduttore dell’omonima Cantina.

Alfiero raccoglie con estrema convinzione il criterio di lavoro del padre e lo sviluppa con grande determinazione.

 

 

 

Vigneti di San Marzano Oliveto

Alfiero diventa custode responsabile di quelle preziose colline ed inizia una caparbia battaglia su tutti i fronti al fine di ottenere dalle sue vigne il massimo del potenziale qualitativo.

Controllo del grado zuccherino delle uve

Nel 1980 da il via ad un energico e coraggioso rinnovamento delle pratiche di conduzione viticola.

Gli interventi più significativi sono la drastica riduzione delle rese per ettaro, con potatura corta che lascia al massimo otto gemme sui tralci.
Quando necessario, nel mese di Agosto esegue il diradamento dell’uva, eliminando in tal modo i grappoli in eccesso.

“Ogni vite deve produrre non più di un chilogrammo d’uva, che equivale ad una bottiglia di vino”

Estirpa i vitigni non idonei, individua le vigne più vecchie e le vinifica separatamente per ottenere partite di singole vigne.

 

Viti potate e legate

Nel 1985 escono i suoi primi Crus di Barbera d’Asti Superiore: Cua Longa, More, Muntrivè, La Riva.

L’anno successivo c’è l’esordio della cuvèe delle quattro vigne: Collina della Vedova.

Questa nuova linea di super-barbera si presenta sotto il marchio:
VIGNE UNICHE.

Tutte queste selezioni raccolgono immediatamente ottimi giudizi dalle più famose guide italiane e straniere specializzate nel settore.

Alcuni di questi vini si aggiudicano medaglie d’oro e d’argento a prestigiosi Concorsi Nazionali ed Internazionali.

Ma la soddisfazione più grande, per Alfiero, viene dal fatto che la clientela sino ad allora limitata all’Italia del Nord,
da quegli anni si espande ai mercati di tutto il mondo.

Le nuove bottiglie