DENOMINAZIONE DI ORIGINE CONTROLLATA
Prima etichetta 1996
Le parole del produttore
Questo vino viene prodotto con due terzi di uve barbera selezionate da piccoli vecchi vigneti, alle quali viene aggiunta una terza parte di altre uve autoctone molto pregiate di qualità diverse, che conferiscono al vino una buona componente tannica arricchendone la struttura.
Nasce dall’idea di ricreare il vino prefilossera, quando all’epoca i nostri vigneti normalmente non erano impiantati a monocultura come lo sono quelli di oggi, bensì erano costituiti da un misto di vari vitigni, spesso messi su fantasia del contadino stesso, che si produceva quel vino a suo piacimento. La vinificazione viene fatta in tempi diversi seguendo le differenti fasi di maturazione delle uve che lo compongono. L’affinamento nel legno dura 24 mesi in barriques di rovere francese da 225 litri. Il vino rimane in bottiglia per altri 24 mesi. Si può apprezzare trascorsi cinque anni dalla sua vendemmia. Il Velo di Maya si sviluppa con molta lentezza e raggiunge il suo apice organolettico a 8-10 anni di vita.
Rassegna stampa
2004: “In pregiata e mentosa felpa di frutto si propone il Velo di Maya 2004.” (Maroni, Guida dei vini italiani)
“Mirtilloso, diretto, con evidenze speziate, caffè e un filo etereo. Spigoli smussati dal rovere. Colpisce per durata e densità.” (Duemilavini)
2003: “Vino frutto di un blend tra barbera (70%) e vari vitigni locali, è stato una sorpresa. Il colore è rosso rubino profondo, al naso ha note speziate e fruttate molto intense, in bocca è vellutato, pieno complesso. Un grande rosso piemontese.” (Massobrio, Clubpapillon)
2003: “Rosso scuro. Cacao, legno di sandalo, liquirizia, mirtillo. Bocca polposa, equilibrata, avvolgente, con note fresche che emergono precise e tannino ben percettibile. Finale balsamico, persistente, asciutto.” (Duemilavini)
“Corposo e tannico.” (Vini d’Italia del Gambero Rosso)
2001: “Rubino con riflessi granato. Sentori variegati, da note vegetali e di fragola a richiami di caffè e vaniglia. In bocca è di buon corpo, caratterizzato da un’evidente ma piacevole acidità, ben amalgamata con la componente alcolica e glicerica. Avvolgente ed equilibrato.” (Duemilavini)
“Caldo e carnoso.” (Vini d’Italia del Gambero Rosso)
2000: “un concentrato di carattere ricamato da tannini fitti.” (I vini d’Italia, Le guide dell’Espresso)
“Ha un colore rubino tendente al granata e naso che offre percezioni di frutta matura e rabarbaro; al palato rivela buona sostanza, continuità apprezzabile e finale corrispondente e di buona persistenza.” (Vini d’Italia del Gambero Rosso)
1998: “É davvero un velluto, con profumo di frutta e marmellata. L’assaggio del 1998, prima della barrique, è entusiasmante.” (Massobrio, La Circolare)
“Ottimo […] si presenta denso e fine, con i toni fruttati e balsamici in primo piano.” (Vini d’Italia del Gambero Rosso)
“[Piace] per la sua morbidezza, per la sua polposa suadenza.” (Maroni, Guida dei vini italiani)
1997: “Un colore rubino-granata di buona intensità; al naso le percezioni di confettura di frutti neri e viola sono impreziosite da sfumature di spezie e fumo, in un quadro d’insieme fine ed equilibrato; il gusto risulta pieno e largo, scandito da tannini decisi e concluso da un finale appagante sul timbro della liquirizia.” (Vini d’Italia del Gambero Rosso)